ESCHER - PAN, Palazzo delle Arti di Napoli, 1 novembre 2018 - 5 maggio 2019. 

Ancora pochi giorni per non perdere la mostra al Palazzo delle Arti di Napoli su Maurits Cornelis Escher, artista che si è distinto nell’arte incisoria sperimentando tecniche (litografia, xilografia, mezze tinte), tematiche tratte dalle nuove correnti d’avanguardia (surrealismo, cubismo) e da studi matematici ed esperimenti sulla visone del segno reiterato. Più di 200 opere in mostra, molte tratte da disegni realizzati durante i viaggi nella costiera amalfitana, tra Atrani e Ravello, dove ebbe modo di conoscere la moglie, e i soggiorni a Roma. Alcune di queste incisioni italiane sono state realizzate con una particolare tecnica xilografica tradizionale giapponese ottenuta per mezzo dell’utilizzo di un cucchiaino d’avorio.

Lungo il percorso espositivo il visitatore può interagire con le opere dell’artista tramite schermi che riproducono le sue incisioni più enigmatiche. Per mezzo di telecamere, che inquadrano lo spettatore posizionatosi in un dato punto, si viene catapultati all’interno della visione diventandone protagonisti. E’ questo il caso della litografia del 1935 “Mano con sfera riflettente” o di quella del 1956 “Galleria di stampe”. Ci si trova di fronte anche ad enigmi da risolvere, spesso alla base delle sue opere, il tutto rende il percorso della mostra particolarmente partecipativo. Divertente la sezione finale della mostra che tratta il tema della “Escher MANIA”. I gadget, le copertine dei dischi, i capi di abbigliamento di note case di moda, i film e i cartoni animati citano gli ambienti surreali della litografia del 1953 “Relatività”, una delle più celebri opere dell’artista. La ritroviamo nella sigla di una puntata della terza stagione dei  “Simpson” o in una scena del film “Una notte al museo 3”. Il protagonista e i personaggi del museo, che hanno preso vita, entrano nell’opera e l’ambiguità tra i piani si adatta perfettamente a rendere ancora più l’effetto di azione della scena. Le immagini create da Escher sono state usate sulle copertine dei Rolling Stones e dei Pink Floyd. In una pubblicità dell’Ikea è chiaro il riferimento alla litografia “Belvedere” del 1958, che sfrutta i principi del cubo impossibile, in cui delle scale partono dall’interno dell’edificio al piano inferiore e si appoggia all’esterno del piano superiore. A metà percorso è possibile accedere a un ambiente cubico rivestito di specchi, con gli uccelli pendenti che richiamano quelli di numerose opere di Escher, come nella xilografia del 1938 “Giorno e notte”, i campi arati visti dall’alto si librano in aria diventando uccelli su uno sfondo che da diurno diviene notturno. In quest’ ambiente si torna ad essere nuovamente protagonisti, si crea un rapporto di interazione tra spettatore e opera, avvicinando il visitatore alla complessa opera di un grande artista visionario.

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