“Pompei e l’Europa. 1748-1943”. Napoli, 27 maggio 2015-2 novembre 2015 

La mostra al Museo Archeologico Nazionale di Napoli racconta l’influenza e il fascino di Pompei diffuso nelle arti e nei costumi che si sono susseguiti nei secoli conseguentemente all’opera di scavi dell’antica città romana, avviata nel 1748 da Carlo III di Spagna. Il percorso espositivo è impostato su un confronto parallelo di reperti archeologici originali di Pompei e opere di artisti dal settecento al novecento. Nel ‘700 l’influenza di Pompei determinò l’individuazione di uno stile di vita lontano dalla rigida etichetta di corte.

Una ritrovata concezione di privacy su modello delle case pompeiane chiuse esternamente (protette da alti muri) e aperte internamente (la vita familiare allargata si svolgeva in un ampio atrio centrale). Nella moda le donne abbandonarono il corsetto per la prima volta, ispirando il loro abbigliamento a quello delle donne antiche ritratte sui muri affrescati di Pompei, liberando così il loro corpo avvolte in fluidi abiti. La stessa regina Maria Antonietta di Francia educava i propri figli personalmente nella riservatezza di ambienti privati e amava indossare abiti ispirati alle antiche Baccanti. Vestiva allo stesso modo Lady Hamilton, la moglie dell’ambasciatore inglese a Napoli, ritratta più volte come una Baccante, e la stessa Paolina Bonaparte apparve ad una festa in veste di Baccante. Gli scavi diffusero una visione di Pompei libera dai fasti imperiali e più intima. Jérome Napoléon Bonaparte si fece costruire una villa ispirata a quelle pompeiane, dove persino le porcellane di Sèvres si rifacevano a fantasie pompeiane, di cui troviamo degli esemplari di piatti in mostra. Tra gli altri sono esposti i bellissimi i disegni di Canova che riproduco le fattezze delle fanciulle degli antichi affreschi pompeiani, le tempere di Gustave Moreau che imitano gli affreschi di Pompei come quello di Achille e Chirone il centauro, le sculture di Arturo Marini ispirate ai calchi in gesso delle vittime dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.c. e il disegno dell’ingresso della “Casa pompeiana” di Jérome Napoléon (1858). L’influenza di Pompei non risparmiò nemmeno l’eclettico e estroso Pablo Picasso di cui è esposto il meraviglioso dipinto “Due donne che corrono sulla spiaggia” (noto anche con il titolo “La corsa”), realizzato nel 1922 in una fase dell’artista di ritorno ad una pittura più tradizionale, in cui si percepisce tutta l’energia e la libertà delle Baccanti. Il disegno e la ricostruzione di una dimora pompeiana era poi un esercizio molto diffuso tra gli architetti stranieri in Italia. Le Corbusier, grande amante di Pompei, definiva le antiche abitazioni romane “luogo del contemporaneo”, lo avevano aiutato a creare la moderna dimensione dell’abitare, soprattutto nella rappresentazione del patio domestico come massima espressione di libertà e intimità.

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