TOULOUSE LAUTREC. Luci e ombre di Montmartre. Pisa, 16 ottobre 2015 - 14 febbraio 2016

Nella splendida cornice dello storico Palazzo BLU di Pisa, nel cuore della città, una ricca mostra su Henri de Toulouse-Lautrec, la più completa raccolta di opere dell’artista mai realizzata prima e una delle più ricche collezioni dei celebri manifesti pubblicitari, disegni, dipinti e litografie. Il conte Henri-Marie-Raymond de Toulouse-Lautrec (1864-1901) appartiene a una delle  più antiche famiglie aristocratiche del sud della Francia e le conseguenze di innumerevoli e frequenti matrimoni tra consanguinei sono visibili sul suo corpo evidentemente compromesso da una forma di nanismo. Nell’impossibilità di svolgere la maggior parte delle attività, data la poca prestanza fisica, la sua condizione lo avvicinerà molto all’arte e al mondo delle maison closes (bordelli), luogo in cui si sentirà a proprio agio e non giudicato.

La sua arte sarà influenzata dalla Parigi di fine Ottocento, del Moulin Rouge, di Montmartre e dei prostiboli, caratterizzando così una città e lo stile di vita di un’epoca. Per la prima volta in Italia 150 opere dell’artista articolate in un percorso espositivo suddiviso in 5 sezioni tematiche. La prima è incentrata su Montmartre e i personaggi che hanno popolato il quartiere della Parigi di fin de siècle. Si viene accolti dalle locandine per il famoso locale parigino Les Ambassadeurs realizzati da Toulouse-Lautrec nel 1892 in occasione degli spettacoli di cabaret del cantante francese Aristide Bruant. In questi manifesti dal titolo “Ambassadeur. Aristide Bruant dans son cabaret” il cantautore e cabarettista viene rappresentato come un uomo dalla sciarpa rossa e dal cappotto e cappello nero. Nell’ambito della produzione di locandine importantissima è la figura della ballerina di can-can Jane Avril, pseudonimo di Jeanne Beaudon (nome scelto dalla danzatrice per il suono più inglese). La celebre ballerina dai capelli rossi, ritratta ripetutamente da Toulouse-Lautrec tra il 1892 e il 1899, è soprannominata Melinite, come il potente esplosivo, per la sua insolita danza, folle e passionale. Il démi-monde dei cabaret e dei café-concert frequentati da Jane Avril attraggono artisti come Renoir e il giovane Picasso che la ritrae numerose volte, musicisti come Debussy e il principe di Galles, futuro Edoardo VII. Henri e Avril diventano grandi amici e l’artista la ritrae sia sotto le luci della ribalta sia nei suoi momenti privati. Celebri sono i manifesti pubblicitari per gli spettacoli aventi come protagonista la danza della celebre ballerina. In mostra il manifesto Divan Japonais, una litografia colorata del 1892-1893, pubblicità dello spettacolo diretto da Ed Fournier, Jane Avril litografia del 1893 e Troupe de Mlle Eglantine, una litografia stampata in tre colori e realizzata nel 1895. In questi lavori ci intuisce che Lautrec può essere considerato il pioniere della grafica pubblicitaria. Nei suoi lavori il dinamismo e la comunicazione sono più importanti della rappresentazione, non più cosa si rappresenta ma come lo si fa e l’impatto che si ottiene sullo spettatore. La seconda sezione è dedicata al teatro con i manifesti teatrali tra cui quello realizzato nel 1895 per gli spettacoli di May Belfort, in cui la celebre cantante è ritratta da Lautrec con un gatto nero tra le braccia. La terza indaga le opere grafiche dell’artista per pubblicizzare gli oggetti più vari tra cui il manifesto pubblicitario del 1896 La chaine Simpson, nota bicicletta di produzione inglese. La quarta sezione presenta undici litografie che compongono l’album di Elles del 1896, nel quale l’artista racconta la vita della prostitute dei bordelli, luogo per lui accogliente e che frequenta quotidianamente. Troviamo il bellissimo Femme se frisant, un olio su cartone del 1891, in cui Lautrec ritrae di spalle la donna nell’atto semplice e quotidiano di arricciarsi i capelli secondo la moda del tempo. Il dipinto è realizzato secondo una tecnica tipica del pittore, una sorta di bozza con poche linee di contorno ben in vista, aree di colore sovrapposte e colore più denso nelle parti centrali, lasciando a vista i margini del cartone. La quinta e ultima sezione è incentrata sui temi cari all’artista: litografie, disegni e pitture raffiguranti i cavalli, il circo, incontri e temi di vita quotidiana. Un esempio in mostra è Le Jockey, una litografia acquerellata del 1899. A confronto con le opere di Toulouse-Lautrec quelle di Edgar Degas, Pierre Bonnard e Federico Zandomeneghi appartenente al gruppo degli “Italien de Paris”. Le loro raffinate donne a teatro e le eleganti ballerine classiche sono ben lontane da quelle ritratte da Lautrec nelle sue opere ma rappresentano per lui una forte fonte di ispirazione. Allo stesso modo lo sono le opere di Vincent Van Gogh e in particolare quelle dell’arista ceco Alfons Mucha, nome francesizzato in Alphonse, uno dei più grandi artisti dell’Art Nouveau, da cui Toulouse-Lautrec eredita la copiosa attività di produzione di pannelli decorativi, cartelloni pubblicitari, copertine per riviste, illustrazioni e manifesti teatrali (celebri le litografie realizzate da Mucha per l’attrice Sarah Bernhardt).

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