Complesso Monumentale di Santa Chiara, Napoli

In via Benedetto Croce, nel centro storico della città di Napoli, sorge l’antico Complesso di Santa Chiara, voluto dal re Roberto d’Angiò e della moglie Sancia di Maiorca. La sua costruzione fu iniziata nel 1310, prevedendo due conventi, uno per le clarisse e uno per i frati minori francescani. La peculiarità del Complesso sta nel prezioso chiostro maiolicato, unico nel suo genere. Nel corso dei secoli il chiostro ha subito notevoli modifiche, tra queste la più rilevante è sicuramente quella ad opera dell’architetto Domenico Antonio Vaccaro. 

L’intervento del Vaccaro prevedeva la realizzazione di due viali che, incrociandosi, dividevano il giardino in quattro settori. Questi viali sono fiancheggiati da pilastri maiolicati, a pianta ottagonale, che riportano scene vegetali. Tali pilastri sono collegati tra loro per mezzo di panchine, anch’esse rivestite da maioliche che rappresentano scene improntate sul tema della vita quotidiana del XVIII sec. Le pareti del chiostro sono rivestite da affreschi che risalgono al 1600 raffiguranti santi, scene allegoriche e scene tratte dall’Antico Testamento. Il Vaccaro inoltre realizzò, tra il 1739 e il 1742, importanti modifiche all’assetto trecentesco della Chiesa, con l’applicazione di fastosi rivestimenti barocchi. Tale schema decorativo, di impronta barocca, fu quasi totalmente perso durante la seconda guerra mondiale, a causa del tragico bombardamento avvenuto il 4 agosto 1943. La Chiesa di Santa Chiara ne uscì completamente distrutta, colpita da uno spezzone incendiario, arse per 4 giorni. Il caso ispirò un’ampia riflessione teoretica sul restauro, dando un prezioso contributo alla definizione della dottrina del “restauro critico”. A tal proposito il Soprintendente alle Gallerie e alle Opere d’Arte della Campania, Bruno Molajoli, istituì una commissione consultativa di cui faceva parte Roberto Pane, docente universitario, che diede un importante apporto al restauro. Dopo lunghe riflessioni, la Chiesa fu ricostruita riportando alla luce l’assetto originario in stile gotico, meno complesso da realizzare ex novo, soprattutto nelle decorazioni parietali, molto più sobrie. I lavori furono lunghi e complicati, molti aspetti furono risolti con utilizzo delle tecniche moderne all’epoca, altri invece per mezzo dell’anastilosi, cioè ricomponendo i pezzi originali là dove era possibile. Non tutti forse sanno che le 25 capriate a vista e il cordolo perimetrale della copertura furono realizzate in cemento armato, tinte poi di una coloritura in finto legno, in modo da rendere l’effetto dell’originaria lignea, andata perduta nel crollo. La Chiesa di Santa Chiara fu riaperta al culto il 4 agosto 1953, esattamente 10 anni dopo il terribile bombardamento ad opera delle truppe alleate. Oggi si presenta con l’originario aspetto gotico, caratterizzato da una semplice facciata nella quale è incastonato l’antico rosone traforato. Nelle sale del Complesso si può ammirare uno splendido presepe antico con pastori del Settecento e dell’Ottocento, opera delle abili maestranze locali. Si può apprezzare il Museo dell’Opera che conserva i pochi tesori scampati al bombardamento e i soli resti di altri e l’interessante Area Archeologica in cui è stato rinvenuto uno stabilimento termale romano del I sec d.C.

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