Museo Civico Gaetano Filangieri

Il museo, in via Duomo, nasceva nel 1882 con il nome di “Museo Artistico Industriale”, prima scuola in Italia voluta dal principe Geatano Filangieri sul modello delle scuole della Germania guglielmina “dell’opera d’arte totale” (Kungstgewerbeschule), come ad esempio la Colonia di artisti di Darmstadt del granduca Ernst Ludwig von Essen, secondo il programma inglese “dell’imparare vedendo” (progetto pedagogico di Henry Cole).  Tali istituti erano nati con l’intento "di affiancare alla formazione un museo secondo il principio che sia gli operai manifatturieri, sia il pubblico dovessero istruirsi ed aggiornarsi mediante la visione diretta degli oggetti e la più ampia possibilità di confronti". All’inizio del secolo Napoli nel settore delle arti applicate, soprattutto nel tradizionale campo della ceramica, era al passo e poteva competere con le grandi capitali europee, quali Parigi e Vienna.  La presenza nella scuola di grandi artisti quali Domenico Morelli e Filippo Palizzi diedero un notevole contributo al successo della scuola.

Il museo da poco restaurato è una vera e propria macchina artistica. La pavimentazione in maiolica della sala di Agata, dedicata alla madre del principe, è un esempio di grande maestria artistica. Entrando nel museo si ha come l’impressione di immergersi in una “Wunderkammer”, dove oltre al pavimento maiolicato, tutto ciò che vi è accuratamente inserito al suo interno rappresenta un alto esempio di produzione artistica, dalle ceramiche ai dipinti, dai mobili al camino, dalle armi allo studiolo. Forse uno dei musei più belli di Napoli, un piccolo gioiello nella via con la maggiore concentrazione di ricchezze museali della città.

Per un approfondimento sul contesto storico di nascita e sviluppo della scuola-museo si consiglia la lettura del primo capitolo di “Architettura del ‘900 a Napoli” di Alessandro Castagnaro (pp. 15-17).

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