15. Mostra Internazionale di Architettura, la Biennale di Venezia, 28 maggio – 27 novembre 2016
La biennale di architettura di Venezia del 2016, dal titolo “Reporting from the front” è diversa dalle precedenti edizioni. In linea con le visioni del curatore, l’architetto cileno Alejandro Aravena che recentemente è stato insignito del Pritzker Prize, il più importante premio internazionale dell’architettura, è in opposizione alla diffusa progettazione di edifici costosi realizzati da “archistar” e commissionati da facoltosi mecenati.
I partecipanti alla mostra hanno presentato progetti realizzati in zone di guerra o in zone povere del mondo. L’intento è dimostrare come sia possibile costruire, con carenze di tecnologie e materiali, edifici altrettanto validi e di coniugare l’architettura alla società civile. Il principale scopo dell’architettura era e deve essere costruire ambienti in cui vivere. Come dice il presidente della Biennale di Venezia, Paolo Baratta, “se l’architettura è la più politica delle arti, la Biennale di Architettura non può che riconoscerlo”.
Il tema del riciclo dei materiali è evidentemente presente. Molte installazioni infatti sono state allestite con il riutilizzo del materiale dismesso della precedente Biennale di Arte 2015. In particolare nei padiglioni di ingresso dell’Arsenale e dei Giardini vi sono delle fantastiche opere costruite con pannelli di cartongesso e laminati di recupero.
Molto interessante è l’opera realizzata dallo studio NLé di Amsterdam a firma del nigeriano Kunlé Adeyemi, una scuola galleggiante, esposta nelle acque ferme dell’arsenale veneziano. La scuola può spostarsi lì dov’è necessaria nelle zone africane e infatti, una volta terminata la Biennale, la struttura verrà smontata e rimontata la dove servirà. Tale progetto è stato premiato con il Leone D’Argento. Come questo tanti altri progetti, basati sul basso costo, sul riciclo e la sostenibilità non verranno dismessi ma realmente utilizzati per i luoghi in cui sono stati pensati.